I termini “capsulite adesiva”, “spalla congelata” e “frozen shoulder” sono usati come sinonimi per definire un disturbo muscoloscheletrico della spalla molto doloroso e limitante, non raro nella popolazione generale, con un tasso di incidenza compreso tra il 2% e il 5%.
Questa condizione è definita da tre caratteristiche cliniche chiave: esordio insidioso di dolore intenso, rigidità della spalla con rotazione esterna marcatamente ridotta e radiografia generalmente nella norma. La diagnosi è prevalentemente clinica.
Questo disturbo è caratterizzato da infiammazione, fibrosi e rigidità della capsula che riveste l’articolazione tra scapola e omero, con dolore e limitazione funzionale.
Nella spalla congelata sono descritte tre fasi con caratteristiche cliniche diverse: (1) la fase di congelamento dolorosa, (2) la fase adesiva e (3) la fase di scongelamento o regressione.
Sebbene la spalla congelata sia considerata una condizione benigna e progressivamente autolimitante, di solito si protrae per un periodo notevole (da 1 a 3 anni) e la rigidità e il dolore possono persistere nel 20%-50% dei pazienti, con conseguente compromissione a lungo termine delle attività quotidiane legate alla spalla e della qualità del sonno.
Pertanto è necessaria una gestione medica riabilitativa appropriata per accelerare il sollievo dai sintomi e raggiungere il massimo recupero funzionale possibile. La teoria della progressione verso la completa guarigione senza alcun trattamento non è invece supportata dagli studi scientifici.
Le terapie non chirurgiche sono i trattamenti di scelta per la cura della spalla congelata. La gestione chirurgica viene presa in considerazione solo dopo il fallimento del trattamento non chirurgico.
La letteratura scientifica attualmente disponibile evidenzia che il trattamento di prima linea e maggiore efficacia è l’infiltrazione intra-articolare (iniezione di steroidi e distensione capsulare con acqua sterile) mirata all’articolazione scapolo – omerale. Questa procedura è svolta dal medico specialista sotto guida ecografica per la massima precisione ed efficacia al fine di alleviare i sintomi soprattutto nella fase di congelamento dolorosa.
Inoltre, durante tutte le fasi della capsulite adesiva la terapia manuale e l’esercizio terapeutico passivo e attivo in regime riabilitativo sono fondamentali e agiscono in sinergia con l’infiltrazione per migliorare l’articolarità della spalla e ridurre le limitazioni funzionali nella vita quotidiana.
La laserterapia e la terapia a onde d’urto hanno inoltre mostrato buone probabilità di contribuire, insieme alle altre terapie, alla riduzione del dolore.
Il percorso di cura della spalla congelata, che necessita di molta pazienza e aderenza terapeutica, è guidato dal medico specialista dalla diagnosi alla risoluzione con la corretta progressione attraverso le terapie riabilitative e farmacologiche e i controlli clinici periodici.
Dr. Marco Gastaldo
Medico Chirurgo
Specialista in Medicina Fisica e Riabilitativa
Isokinetic Medical Group – Isokinetic Torino