A livello lombare si possono avere diversi tipi di fratture vertebrali. Clinicamente si distinguono due gruppi di lesioni:
fratture senza interessamento neurologico: fratture amieliche;
fratture con interessamento neurologico: fratture mieliche.
La sintomatologia delle fratture amieliche consiste nel dolore locale, nell’impotenza o nella limitazione funzionale e nelle alterazioni posturali/antalgiche della colonna, la quale può essere deviata in cifosi o in scoliosi, in rapporto al tipo e all’entità della frattura.
Una radiografia è in genere sufficiente per la diagnosi di una frattura delle vertebre lombari; nei casi dubbi o che necessitano di un ulteriore approfondimento si richiedono una TAC o una risonanza magnetica (RMN).
Le fratture stabili vengono trattate inizialmente con il riposo; in seguito è necessario iniziare il trattamento riabilitativo per il recupero completo dell’autonomia nelle attività della vita quotidiana.
Le fratture instabili devono essere trattate chirurgicamente al fine di ottenere la stabilizzazione con l’applicazione di due barre posteriori, solidarizzate alle vertebre mediante viti transpeduncolari.
Stabilizzazione vertebrale
La stabilizzazione vertebrale è una tecnica chirurgica volta alla fissazione della colonna vertebrale ed eventualmente alla risoluzione di compressioni delle radici nervose o midollari. Si rende necessaria in presenza di disallineamenti vertebrali come spondilolistesi, scoliosi che non rispondono più a trattamenti riabilitativi o che rischiano di creare una compromissione nella trasmissione nervosa importante.
Tecnicamente l’intervento si esegue in anestesia generale e il chirurgo posiziona una barra ancorata con delle viti tra le due vertebre interessate in maniera tale da impedirne ulteriori movimenti.
La sintomatologia dolorosa e nervosa tende a migliorare progressivamente anche se non è garantita la remissione totale e con un protocollo riabilitativo mirato si può ottenere la ripresa funzionale ottimale.