La rottura del capolungo del bicipite omerale coinvolge più spesso la sua porzione prossimale.
È più frequente nei soggetti sopra i quarant’anni che hanno una storia di dolore cronico da sindrome da impingement. Questo porta a una sofferenza cronica del tendine sia da sovraccarico che da degenerazione tendinosica. La rottura avviene più spesso in seguito a uno sforzo intenso e nei pazienti più anziani è associata a una sofferenza di tutta la cuffia dei rotatori.
La sintomatologia della rottura del capolungo del bicipite consiste nella comparsa di dolore violento, improvviso, ben localizzato e spesso accompagnato da un rumore “tipo elastico che si rompe” con successiva comparsa di una protuberanza anteriore. In alcuni casi la rottura può anche essere asintomatica.
La diagnosi è prevalentemente clinica. Un’eventuale ecografia può essere utile nei pazienti con dolore cronico di spalla nei quali si sospetti una lesione della cuffia dei rotatori.
Il trattamento elettivo è conservativo e si sviluppa attraverso le consuete 5 fasi della riabilitazione. Residua frequentemente una deformità estetica ma si riescono a ottenere la flessione completa del gomito e il recupero della forza.
Il trattamento chirurgico è riservato ai soggetti giovani che svolgono attività fisiche pesanti o attività sportiva ad alto livello e che necessitano di recuperare la forza al 100% (con il solo trattamento conservativo può restare un lieve deficit di forza in flessione e in supinazione) o nei soggetti più anziani nei quali vi sia associata una sofferenza cronica della cuffia dei rotatori.